Valori

PIONIERI DEL CIOCCOLATO A TORINO

Il cioccolato comparve a Torino nel XVII secolo, riscuotendo fin da subito immediato successo. In quell’epoca si affermarono i primi "specialisti", i cosiddetti Cioccolatieri (tra i più famosi Giraldi e Giuliano, Andrea Barera e la Vedova Giambone) ed anche il governo sabaudo si mostrò interessato alla nuova attività, come testimonia una "patente" di Madama Reale, datata 1678.

 

Cioccolato Peyrano

 

PEYRANO UNA FAMIGLIA TORINESE

Le prime notizie sulla famiglia Peyrano a Torino risalgono all'inizio del 1800, periodo che la vide impegnata nelle attività di pesca professionale e noleggio di barche per gite sul fiume Po. 

Nel 1911, la famiglia Peyrano era così composta: il nonno Giacomo (proprietario di un imbarcadero), la moglie Agnese Maronetto, i figli Antonio, Luigi, Lucia e Giovanna con il figlio Giacomo, detto Giacolin. 

Sul finire del secolo, Antonio (classe 1880) lavorò da apprendista presso la ditta “Baratti e Milano”. Seguì l'esperienza, a partire dal 1912, per la “Capobianchi” di Ancona, dove venne assunto come tecnico del settore caramelle.

Si trasferì dunque nella città delle Marche insieme alle sorelle Lucia, Giovanna ed al nipote Giacomo.

 

Presso la stessa ditta venne assunta come responsabile dell'incarto delle caramelle anche la sorella Lucia. 

Tornata a Torino, nel 1915 Lucia iniziò nell'attuale sede Peyrano di corso Moncalieri 47, un'attività di fabbricazione e vendita di caramelle che, a causa delle vicende belliche, fu purtroppo costretta a sospendere.

A guerra finita, nel 1919 la ditta Peyrano Lucia, con la partecipazione di Antonio, riprese la produzione e la vendita di caramelle.

Tuttavia, la concorrenza delle grandi aziende specializzate in quel settore e dotate di costosi macchinari, convinse Antonio a puntare su un altro prodotto: il cioccolato.

IL CIOCCOLATO

Il nome Peyrano iniziò a legarsi al cioccolato a partire dal 1920 quando Antonio decise di intraprenderne la lavorazione trasformando il piccolo Laboratorio di corso Moncalieri 47 in Cioccolateria.

Tutta la famiglia partecipò con entusiasmo alla nuova attività, dal padre Giacomo, alle sorelle Lucia e Giovanna che si occuparono della confezione e della vendita, al nipote Giacolin che iniziò ad affiancare lo zio nel 1922. 

I primi tempi non furono facili, i Peyrano all'inizio dovettero lavorare con pochi ed essenziali macchinari: un tostino, un frangicacao, una brieuse (raffinatrice) e un mortaio. 

Solo alcuni anni dopo fu concesso dall'industria meccanica Galantini il melangeur (mescolatore) che Antonio Peyrano aveva sempre rifiutato, obiettando di non avere ancora il denaro sufficiente per pagarlo. 

Questa fiducia e stima del signor Galantini in Antonio Peyrano, derivò dal fatto che quest'ultimo, durante l'esperienza presso la “Capobianchi”, preferì che venisse praticato uno sconto alla ditta anziché intascarsi la percentuale sul prezzo per una fornitura di macchinari, secondo un'abitudine diffusa fra i tecnici dolciari di quei tempi. 

Nel frattempo la fama del cioccolato Peyrano andava diffondendosi e nel 1938, la fabbrica di cioccolato ottenne, da Vittorio Emanuele III, l'ambito riconoscimento di “Fornitore della Real Casa di Savoia”.

 

 

Da una memoria scritta da Giacomo Peyrano negli anni ottanta:

"Nel giugno del 1926 entrò nel nostro negozio, ad acquistare per conto di S.M. la Regina, la marchesa Dalla Valle di Pomaro sua dama di corte, una dozzina di scatole di cioccolatini; s'intende che avrebbe pagato mezzo fattura. Quando comunicammo allo zio Antonio la strabiliante notizia, si indignò per la nostra buona fede e ci disse: "Stupidi! Credete proprio che la Regina mandi a comprare i cioccolatini da voi..." Dubbiose, la medesima sera la zia Lucia e mia madre Giovanna si recarono in via Carlo Alberto dove abitava la Marchesa e verificando la veridicità dell'ordine ritornarono a casa giubilanti".

Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1926, fu proprio il nipote Giacomo con la madre Giovanna e la moglie Angiola, a continuare l'attività.

A partire dal 1950 e dal 1953, Giacomo, con l'aiuto del figlio Giuseppe, decise di aggiungere ai cioccolatini classici nuovi "modelli" dalle fogge e sapori nuovi.

Nacquero così, le "noci", le "nocciole", le "mandorle", le "conchiglie", i “cuori Romeo e Giulietta" e molti altri cioccolatini. 

Dopo la guerra, negli anni ’50, l’Italia attraversò un periodo di forte crescita economica.

Peyrano colse l’opportunità riorganizzandosi e incrementando le vendite senza mai venir meno agli standard di qualità che da sempre appartengono a questa realtà.

 

BOOM CULTURALE DEGLI ANNI '80 E '90

Gli anni ’80 videro un ulteriore ammodernamento degli impianti produttivi ed una particolare attenzione alla comunicazione. Si creò un feeling sinergico fra l’alta moda ed il cioccolato Peyrano: negli atelier dei grandi sarti italiani non mancavano mai le iconiche praline, offerte durante le sfilate.  La stessa Vogue Italia impiegò regolarmente prodotti Peyrano per omaggiare i suoi migliori clienti, così come gli alberghi più lussuosi, presero l’abitudine di lasciare sempre un cioccolatino Peyrano sul comodino dei loro ospiti. La fusione tra cioccolato e design si consolidò negli anni ’90 con il disegno di alcune confezioni speciali affidato alla matita creativa di importanti designer quali Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Riccardo Dalisi, David Palterer, Lorenzo Sabbatini e molti altri.

 

PEYRANO OGGI

La filosofia è quella di esercitare una funzione di "custodia della tradizione inserendo elementi innovativi" nel rispetto della lavorazione artigianale. Il Laboratorio di corso Moncalieri 47, che occupa un'area di circa 1000 metri quadri nel centro della città di Torino, è stato nel 2021 profondamente rinnovato e rimane il centro produttivo dell'azienda.

Tutte le lavorazioni del cioccolato Peyrano partono dalla selezione delle fave di cacao che il Maestro Cioccolatiere Marco Giovine lavora nelle successive fasi: tostatura, macinatura ed eliminazione della buccia, miscelazione delle diverse varietà di cacao con lo zucchero, raffinazione, concaggio, ricopertura e confezionamento. La cura per il dettaglio e l’artigianalità del prodotto sono due capisaldi della filosofia Peyrano. Le diverse tipologie di confezioni vengono preparate ed incartate manualmente con minuziosa precisione ed eleganza mentre il team dedicato alla ricerca e sviluppo studia costantemente nuove ricette, da aggiungere a quelle tradizionali sempre presenti.